Puglia: uomo morso da ragno violino rischia perdita del braccio, in cura all’ospedale di Lecce

Il ragno violino torna a far parlare di se per un episodio segnalato nelle ultime ore a Sud della Puglia dove un uomo sta lottando per la propria vita tra le mura dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce:

Stando a quanto si apprende, l’uomo – un salentino di 76 anni – è attualmente sottoposto ad emocultura ma se le sue condizioni di salute dovessero peggiorarsi, i medici valuteranno il trattamento in camera iperbarica. Il 76enne sta infatti seriamente rischiando la perdita del braccio a causa della liquefazione dei tessuti provocata dal veleno dall’effetto necrotizzante prodotto dal morso dell’aracnide. Il Loxosceles rufescens (questo il nome scientifico dell’animale) è un ragno piuttosto piccolo, che non supera i 9 mm di corpo e che può raggiungere al massimo i 4-5 cm con le zampe:

Analogamente alle altre specie del genere Loxosceles, il ragno violino è in grado di mordere anche l’uomo[2], però è un ragno molto timido e per nulla aggressivo, che predilige la fuga ove possibile; le morsicature sono più probabili nel caso in cui si rifugiasse all’interno di scarpe o vestiti e venisse inavvertitamente schiacciato[4].

Il morso è indolore nell’immediato e i sintomi compaiono anche diverse ore dopo; in due terzi dei casi il ragno infligge un morso a secco o comunque inietta una bassa quantità di veleno a scopo difensivo, causando solo moderato indolenzimento e arrossamento locale, che passa da solo in poco tempo senza ulteriori complicazioni[2][4][5]. Invece in circa un caso su tre il ragno inietta la sua citotossina che, specialmente in soggetti deboli o debilitati, può causare loxoscelismo, ossia la formazione prima di un edema e poi di un’ulcera necrotica più o meno estesa che può perdurare anche alcuni mesi prima di guarire e che va trattata ricorrendo alla chirurgia plastica per sostituire il tessuto morto con tessuto sano, anche per evitare ulteriori infezioni[2][4][5]; la gravità della situazione dipende comunque dalla localizzazione del morso e dall’estensione della gangrena, oltre che dai relativi rischi indiretti di infezione, che possono andare a sommarsi ad eventuali altre patologie da cui è affetto il soggetto morso. Per questo motivo il ragno violino è considerato una delle uniche due specie italiane con potenziale rilevanza medica (l’altra è la malmignatta, Latrodectus tredecimguttatus)[4]. È del 2015 il primo caso fatale in Europa attribuibile con certezza a questo aracnide, quello di una donna morsa a un dito della mano, deceduta in seguito alla formazione di coagulazione intravascolare disseminata[6]. Dato che le lesioni causate dal ragno violino sono uguali a quelle provocate da altri artropodi o da altri agenti e dato che spesso non si coglie il ragno “in flagrante” visto che il morso è indolore, è difficile avere un quadro completo dei casi di loxoscelismo causato dal ragno violino[4][5]. Nel complesso la specie è molto meno pericolosa di diverse congeneri che si trovano nelle Americhe, quali L. reclusa, L. laeta e L. intermedia[3][5].

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