Associazioni e comitati di Taranto hanno scritto una lettera aperta all’Arcivescovo di Taranto Ciro Miniero, chiedendo un incontro per poter chiarire la reale situazione sanitaria che i tarantini subiscono da anni a causa della vicenda ex Ilva pregandolo di ascoltare anche loro e non solo, come nei giorni scorsi, il ministro delle Imprese, Urso. Di seguito la lettera integrale inviata all’arcivescovo:
«Eccellenza, nella Sua qualità di capo della Chiesa tarantina riteniamo sia Suo preciso compito guardare al benessere di tutta la cittadinanza con particolare attenzione alla salute e alla vita, come più volte indicato da Sua Santità Francesco. Il filo diretto tra Lei e il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, scavalca, a nostro modo di vedere, quello che dovrebbe essere il primo impegno da parte Sua: ascoltare le voci della Sua comunità e di chi da anni è impegnato nella diffusione della verità, attraverso dati medico-scientifici e tecnologici, e nel tentativo di restituire dignità, salute e salubrità ambientale, lavoratori compresi. Senza un completo approfondimento, non è logico, sempre per come la vediamo noi, fidarsi della propaganda ingannevole che da decenni si abbatte su Taranto come una nera scure: la decarbonizzazione che porterà lavoro e salute. Riteniamo di essere all’altezza di poter smentire, con inoppugnabili dati, l’illusoria panacea proposta anche dall’attuale governo nazionale; riteniamo di poterLe presentare la reale situazione sanitaria che coinvolge in una disperata sopravvivenza decine di migliaia di tarantini e tarantine, anche di comuni limitrofi; riteniamo di poter dimostrare, senza ombra di dubbio, quanti e quali offese continuano a sommarsi in danno della salubrità ambientale, quel Creato che tutti dovrebbero rispettare, anche in funzione del benessere delle generazioni future. In questo gioco al massacro entrano, da innocenti, i bambini, cui viene negato addirittura il diritto al gioco negli spazi aperti (si veda l’ordinanza sindacale, tuttora in vigore, che vieta il gioco negli spazi a verde del quartiere Tamburi) per condannarli a malattie, sofferenza e troppo spesso, insopportabilmente, a morte» – si legge nella lettera che prosegue:
«Il lavoro, quel mezzo che dovrebbe emancipare l’essere umano e la propria famiglia, deve svolgersi in salute e in sicurezza, in un ambiente salubre, con la libertà e la dignità garantite dalla Costituzione italiana e anche dalla dottrina di cui Lei è portavoce. Tutto questo viene sistematicamente calpestato, nell’acciaieria tarantina, con il risultato di considerare il dipendente più come uno schiavo che come un lavoratore. Da questo punto di vista, sarebbe opportuno ascoltare anche la voce proprio di chi vive questa grave e incostituzionale situazione: i lavoratori. La produzione a caldo dell’azienda produce danni alla salute dei lavoratori e, cosa ancora più grave, minaccia le nostre vite senza che ci sia data possibilità di difenderci. La Commissione per i Diritti Umani dell’Onu ha classificato Taranto tra le zone di sacrificio umano, a causa della collusione tra governi e imprese, rilevando che “i cittadini che vivono in queste zone sono trattati come usa e getta” (questo già dovrebbe essere sufficiente a prendere una netta posizione, sull’argomento). La Corte Europea per i Diritti Umani per ben 5 volte, tra il 2019 e il 2022, ha condannato lo Stato italiano per non aver tutelato la vita dei tarantini. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea sull’acciaieria tarantina ha sentenziato (25 giugno 2024) che “se una produzione presenti rischi per la salute umana, deve essere fermata”. Il governo attuale cosa fa? Prevede un aumento della produzione altamente inquinante fino a 8 milioni di tonnellate l’anno (oggi se ne producono solo 2 milioni e già i danni sono insopportabili), ma lascia che si diffonda l’idea peregrina di decarbonizzazione! Monsignor Ciro Miniero, prima di esprimere qualsiasi copinione e prima di prendere qualsiasi posizione la invitiamo ad ascoltare anche le nostre voci, verificare tutte le informazioni e fugare ogni dubbio. Purtroppo, da quando si è insediato, gli unici rappresentanti che hanno potuto fare arrivare a Lei rassicuranti messaggi sono stati industriali, politici e sindacalisti, che ancora oggi continuano a difendere un modello di sviluppo insostenibile incentrato sul profitto di pochi. Per questo Le chiediamo, Eccellenza, la possibilità di incontrarLa nel breve periodo, in delegazione, nel luogo che Lei riterrà più opportuno, per concederci la stessa opportunità. Confidiamo nel fatto che questa nostra non resti lettera morta. In attesa di una Sua convocazione, La salutiamo distintamente: Ass. Genitori tarantini – Comitato Cittadini e lavoratori liberi e pensanti – Ass. Cult. Nobilissima Taranto – Sindacato LMO – Lavoratori Metalmeccanici Organizzati – Ass. NOI Aps – Ass. Lovely Taranto – Ass. Progentes – Comitato per la Qualità della Vita- Comitato per la difesa del territorio jonico – ANTA – Ass. Naz. per la Tutela dell’Ambiente – Ass. per il Parco regionale del Mar Piccolo – ANIEF Taranto- Sindacato Scuola – Comitato 16 Novembre – Fotografi per passione – Taranto – WWF Taranto – Ass. Pittaggio del Baglio – Ass. Le Stelle di Lorenzo – Comitato Donne e Futuro per Taranto libera – Ass. Itaca – Ass. Contaminazioni – Cooperativa dei Mitilicoltori tarantini – Centro Ittico Tarantino – Ass. Dedalo – Ass. TarantoLider – Gruppo Anche questa è Taranto – Comitato Quartiere Tamburi – Gruppo Taranto fuori dal Web – Ass. PeaceLink» – concludono gli autori della lettera.
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