Puglia: uccisi due cuccioli di lupo, è caccia all’autore del grave reato in Salento

fonte foto di repertorio (embed): wikipedia.org

Il fenomeno del bracconaggio ai danni dei lupi nel Salento sta assumendo proporzioni preoccupanti: nelle sole province di Brindisi e Lecce si sono registrati numerosi casi di esemplari uccisi illegalmente, un fenomeno che da tempo sta segnalando un’associazione salentina dedicata alla tutela di questa specie protetta. L’episodio più recente e cruento risale allo scorso agosto, quando due innocenti cuccioli sono stati barbaramente uccisi a colpi d’arma da fuoco nelle campagne di Mesagne (in provincia di Brindisi):

Uno dei due piccoli è stato colpito alla testa, segno evidente di un’intenzione mortale. Le carcasse, poi, sono state lasciate a marcire lungo la strada, in un vile tentativo di inscenare un incidente stradale. L’auspicio è che il responsabile dell’uccisione possa essere presto identificato, così come avvenuto per il bracconiere che ha ucciso un altro esemplare nel territorio di Castiglione d’Otranto (in provincia di Lecce). Questi crimini non solo rappresentano una grave violazione della legge, ma minacciano seriamente la sopravvivenza di una specie protetta e fondamentale per l’equilibrio degli ecosistemi. L’art. 544 bis Codice Penale lo ricordiamo, prevede che “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni“. A questo si aggiunge l’Art. 727-bis Codice Penale che recita: “Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, fuori dai casi consentiti, uccide, cattura o detiene esemplari appartenenti ad una specie animale selvatica protetta è punito con l’arresto da uno a sei mesi o con l’ammenda fino a 4“.

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