A largo della Puglia pescato un pesce scorpione: specie tropicale velenosa. In caso di avvistamento non va assolutamente toccato

Nella foto: un esemplare di Pterois miles (fonte foto embed: wikipedia.org)

Un avvistamento che fa tremare i fondali salentini. A largo di Gallipoli, i pescatori hanno catturato vivo un esemplare di Pterois miles, il famose pesce scorpione:

Con le sue pinne maestose e il suo temperamento aggressivo, questo predatore è un chiaro segnale dell’incalzante tropicalizzazione del nostro mare. L’immagine del pesce, condivisa sui social, ha scatenato un dibattito tra gli esperti: se da un lato ammalia per la sua bellezza esotica, dall’altro rappresenta una minaccia per l’ecosistema locale, mettendo a rischio la sopravvivenza delle specie autoctone. Originario del Mar Rosso, il pesce scorpione ha colonizzato il Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, diventando un invasore sempre più diffuso. La sua presenza, ormai consolidata anche nel Mar del Levante, dove è addirittura apprezzato in cucina, pone interrogativi sulla capacità di adattamento di questo predatore alieno e sulle conseguenze per la biodiversità marina. Il pesce scoprione, lo ricordiamo, non va mai toccato a mani nude poiché altamente velenoso:

Le spine delle pinne sono altamente velenose e hanno causato la morte di esseri umani in alcuni casi segnalati. Nonostante ciò, una puntura di questa specie è raramente fatale per gli esseri umani. Tuttavia, una puntura può causare dolore estremo, vomito, convulsioni, paralisi minore e difficoltà respiratorie. Pertanto, è fortemente raccomandata l’immediata assistenza medica di emergenza, anche per gli adulti sani che sono stati punti, poiché alcune persone sono più sensibili al veleno di altre dopo essere state punte, e i sintomi e le reazioni al veleno variano in gravità da persona a persona.

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