In Puglia trovata morta rara e antica specie di tartaruga marina Chelonia mydas, sospetto annegamento da reti da pesca (che andrebbero usate sempre con responsabilità). La scoperta a Margherita di Savoia

Nella foto: un esemplare in vita di Chelonia mydas in acque tropicali (credits: Wikipedia.org) più in basso, la foto scattata sulla spiaggia di Margherita di Savoia

Non è facile avvistare una tartaruga verde nel Mar Mediterraneo. Ma purtroppo oggi il Centro Recupero Tartarughe Marine WWF Molfetta ha recuperato una carcassa di questa rarissima specie, tristemente spiaggiata presso Margherita di Savoia. Si tratta di un esemplare giovane, morto circa dieci giorni fa probabilmente a causa di intrappolamento nelle reti da pesca e conseguente annegamento. Stiamo parlando di una specie di tartaruga marina dalle origini antichissime, ultimo esemplare del genere Chelonia, che predilige le zone tropicali e sub-tropicali come le grandi barriere coralline australiane e le coste caraibiche, ma che vive in pochi esemplari anche nel Mediterraneo, soprattutto in età giovanile:

la carcassa ritrovata sulla spiaggia di Margherita di Savoia

Purtroppo a causa della pesca accidentale e delle attività umane è classificata come “specie in pericolo di estinzione” ; per questo è importantissimo tutelarne la presenza nei nostri mari e limitare al minimo l’interferenza umana con la vita di questi animali: ricordiamo che la Chelonia mydas è una tartaruga prevalentemente vegetariana (caratteristica che si manifesta nel colore verde olivastro del carapace, da cui il nome comune di tartaruga verde), è una specie marina che vive soprattutto nelle acque oceaniche ed è in grado di nuotare coprendo enormi distanze. Chelonia mydas è una delle pochissime specie viventi ad aver visto i dinosauri evolversi e poi estinguersi… Eppure oggi è classificata come specie in pericolo per la lista rossa IUCN delle specie minacciate. Il Centro Recupero Tartarughe Marine WWF Molfetta è sempre a disposizione per informare e sensibilizzare tutti i fruitori del mare e soprattutto i pescatori al fine di utilizzare reti da pesca meno invasive e per diffondere le modalità di manipolazione a bordo dei pescherecci per poter ridurre al minimo la mortalità di queste splendide creature a seguito di cattura accidentale. Ricordiamo che è possibile seguire il Centro Recupero Tartarughe Marine di Molfetta anche su Facebook cliccando “mi piace” all’indirizzo Facebook.com/crtmolfetta.

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