Sembra destinata a fare scuola l’esito di una sentenza riguardante due donne, un tempo compagne di vita e ora separate, che, nel corso della loro relazione, hanno avuto una bambina:
Stando a quanto si apprende, infatti, le due donne avevano ottenuto una bambina attraverso la tecnica di surrogazione di maternità avvenuta a New York (la tecnica è infatti attualmente proibita in Italia). Successivamente, la coppia lesbica si è separata avviando così un caso giudiziario terminato tra le mura del Tribunale civile di Bari:
Una delle due donne aveva infatti richiesto la cancellazione del cognome della ex dal nome della bambina, sostenendo di essere l’unica ad avere il diritto di poter assegnare il cognome alla giovanissima. Il pretesto era legato al fatto che la donna era l’unica tra le due ad aver fornito il suo patrimonio genetico, a differenza dell’altra. Tuttavia, per il Tribunale di Bari, la genitorialità deve restare ad entrambe e nessuna delle due può far cancellare il cognome all’altra ex compagna. La decisione sembra confermare anche una sentenza della Corte Costituzionale del 2021, per la quale “il consenso alla genitorialità e l’assunzione della conseguente responsabilità nella formazione di un nucleo familiare dimostra la volontà di tutelare l’interesse del minore alla propria identità affettiva, relazionale, sociale e a mantenere il legame genitoriale acquisito nei confronti di entrambi i genitori, eventualmente anche in contrasto con la verità biologica della procreazione”.
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