“Per anni le associazioni ambientaliste hanno chiesto la pubblicazione della CNAPI, un importante documento per l’individuazione del deposito nazionale dei rifiuti nucleari che ora sono stoccati in siti non sicuri, e finalmente questo è pubblico. Tuttavia pensiamo che in Puglia e in Basilicata lo Stato abbia già fatto pagare per un interesse statale un insopportabile prezzo in termini ambientali, di salute e di sostenibilità nello sviluppo. Basti considerare l’Ilva, la Raffineria ENI, l’Itrec di Rotondella, i pozzi lucani dai quali si estrae petrolio, solo per fare alcuni esempi” – lo dichiaravano nei giorni scorsi i deputati pugliesi del M5S Giovanni Vianello e Angela Masi che aggiungevano:
“Nei ricordi delle persone sono ancora vive le forti opposizioni al tentativo di costruzione di una centrale nucleare ad Avetrana e lo stoccaggio dei rifiuti nucleari che il governo Berlusconi voleva imporre a Scanzano Jonico. Inoltre, come si evince dalle mappe, tra le aree potenzialmente idonee, queste risultano meno idonee rispetto ad altre zone nel resto del territorio, e contestualmente sono molto lontane dalle sedi delle vecchie centrali nucleari, si pensi quindi ai rischi aggiuntivi connessi ai lunghi viaggi per trasportarle fino a qui. Infine questi territori sono fortemente vocati al turismo, un deposito nucleare potrebbe essere un forte deterrente per l’attrattività territoriale. Ora le comunità interessate dovranno presentare le osservazioni, è evidente il cambio di metodo rispetto a quando il centrodestra voleva imporre, senza alcun confronto con le comunità locali e senza alcuna alternativa nella localizzazione, lo stoccaggio delle scorie nucleari a Scanzano Jonico”.
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