Cedimento pini Bisceglie: le vere vittime sono gli alberi (abbattuti). Che fine ha fatto la politica ambientale?

“Quello che è accaduto in Piazza Vittorio Emanuele la sera del 16 giugno è di estrema gravità. Il crollo del ramo di uno dei quattro pini secolari, sopravvissuti alla ristrutturazione di inizio secolo, avrebbe potuto colpire qualche ignaro passante. Tuttavia la cronaca racconta di due vittime: i patriarchi verdi che sono stati abbattuti perché la loro stabilità sarebbe stata compromessa” – comincia così il comunicato diffuso dalla sezione Trani/Bisceglie dell’associazione nazionale ambientalista Federazione Pro Natura – Gruppo R.A.P. – Ripalta Area Protetta, in merito al fatto di cronaca registrato negli ultimi giorni, che ha visto il cedimento di parte di uno degli alberi sito nella storica piazza del comune di Bisceglie.

“Premesso” proseguono dall’associazione ambientalista“che ogni abbattimento arboreo, anche quando dettato da esigenze di sicurezza dei cittadini, è una sconfitta per tutta la comunità, vorremmo condividere con tutti quello che per noi è un vero e proprio momento di lutto che ci ha profondamente scosso: radere al suolo non uno, ma due pini in un solo giorno e farlo nella piazza simbolo della città, significa incidere pesantemente sull’assetto di questo complesso monumentale, tutelato dallo Stato. Le alberature fanno parte dello scenario della Piazza che da sempre è raffigurata, immaginata e identificata negli alberi che la caratterizzano. Ciò che è accaduto nelle scorse ore, pertanto, è paragonabile ad uno sfregio di una scultura ad alto valore simbolico, tant’è che migliaia di messaggi di sdegno sono apparsi sui social. A Bisceglie oggi denunciamo una situazione analoga a quella che esponemmo un anno fa per Trani: le manutenzioni ordinarie del verde pubblico sono necessarie e non si può assolutamente continuare a ritenere che un gesto estremo e deleterio come l’abbattimento sia soluzione alla gestione del verde pubblico. In quell’occasione trovammo nell’assessore all’ambiente di Trani, l’avv. Michele di Gregorio, un interlocutore istituzionale che affermava:

Uno degli elementi più importanti per il miglioramento della qualità della vita nelle città, è senza dubbio il verde urbano. Non si tratta soltanto di un patrimonio materiale, ma anche di un patrimonio di cultura e di storia di un’intera città, che non solo deve essere salvaguardato, ma che deve crescere di anno in anno sia in termini di dimensione che di qualità. In quest’ottica, l’abbattimento degli alberi, soprattutto di quelli maturi e secolari, dovrebbe avvenire solo in casi estremi, laddove non si possa intervenire in altro modo, e dovrebbe prevedere l’immediata sostituzione con esemplari da reimpiantare nella stessa area”.

A Bisceglie, invece, scontiamo l’assenza di un assessorato all’ambiente, di dipendenti pubblici con competenze agronomiche, nonché la mancanza di un regolamento del verde e di una chiara strategia a lungo termine in materia ambientale. Giova ricordare che le “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, entrate in vigore a gennaio 2013, hanno stabilito che ogni primo cittadino italiano dovrebbe rendere pubblico il bilancio arboreo della città e dare conto di alberi secolari e storici, alberi abbattuti e alberi di nuova piantumazione con l’introduzione del “catasto” degli alberi. Vista la mancanza dell’assessore all’ambiente, ci dobbiamo rivolgere necessariamente al sindaco Angarano affinché ci sveli qual è l’orientamento dell’Amministrazione comunale sull’argomento, in quanto il censimento del verde pubblico, oramai obsoleto risale a oltre 10 anni fa e la situazione appare piuttosto fumosa. Cosa si farà per evitare altri dolorosi eventi ambientali e recuperare il tempo perso? Noi non stiamo stati a guardare e l’8 novembre 2018 abbiamo chiesto al sindaco, in una riunione promossa da 10 Associazioni cittadine, di istituire la Consulta sull’Ambiente e di iniziare la discussione sulla gestione del verde pubblico, ma non abbiamo ottenuto nessun riscontro alle nostre istanze.

Oggi il sindaco afferma che “Nelle scorse settimane il clima incostante e le osservazioni di alcune associazioni ambientaliste potrebbero aver indotto a rallentare o sospendere i lavori di manutenzione. Questa non può essere una giustificazione per quel che è successo ma ci conferma che è arrivato il momento, dopo anni di approssimazione, di ripensare la manutenzione del verde anche attraverso interventi straordinari”. E allora, sig. Sindaco, vorrebbe scaricare la colpa alle associazioni ambientaliste?

Piuttosto chiarisca ai suoi cittadini, che Lei amministra, da quanto tempo non venivano effettuate le manutenzioni ordinarie sui pini di Piazza Vittorio Emanuele e cosa o chi ha impedito l’esecuzione degli interventi straordinari, valutando se questi fatti siano da comunicare all’autorità giudiziaria. Vogliamo conoscere i contenuti della fantomatica perizia che avrebbe decretato l’abbattimento dei pini e dobbiamo conoscere il nome e cognome di chi. tra i cosidetti “ambientalisti”, avrebbe “sospeso o rallentato” i lavori di manutenzione, forse con dichiarazioni diffuse a mezzo stampa che non ci appartengono e da cui prendiamo le distanze. Anzi, cogliamo l’occasione per farle notare, per l’ennesima volta, lo stato di degrado di orto Schinosa che è una discarica a cielo aperto colma degli sfalci di potatura della vicina Piazza Unità d’Italia. Siamo francamente preoccupati. E lo siamo ancor più perché in queste ore tanti cittadini, piuttosto che pensare a come evitare che il caso si ripeta, continuano ad impegnarsi nel richiedere altri abbattimenti di alberi che ritengono “sacrificabili” per garantire la pubblica incolumità” – concludono.