l’utile netto di esercizio di Acquedotto Pugliese spa sale a 22,5 milioni di euro. Come riportato da ANSA a seguito della notizia dell’approvazione del bilancio di esercizio e del bilancio di sostenibilità di Aqp:
“l’utile netto di esercizio sale a 22,5 milioni di euro, il valore della produzione è di 548,2 milioni, gli investimenti salgono a 146,8 milioni“. Soddisfazione per i gestori:
“Ad AQP non solo è riconosciuto il merito ed il valore della tutela, distribuzione e riuso delle acque – ha precisato con soddisfazione il presidente Simeone di Cagno Abbrescia – bensì la funzione, con i suoi investimenti, di grande azienda del Mezzogiorno che offre reali, consolidate opportunità di lavoro”. Con utile, in economia aziendale, si indica la differenza tra ricavi e costi di un’impresa. Se tale differenza è positiva viene comunemente chiamato profitto o surplus oppure avanzo, in caso contrario viene chiamato perdita o deficit o disavanzo.
“Investimenti adeguati – aggiunge Nicola De Sanctis, AD di AQP – sono stati previsti per realizzare un radicale ammodernamento della rete, la cui vetustà connessa ad altri fattori ambientali, sono le cause principali delle perdite”. Una domanda sorge spontanea: davanti a simili evidenze, quali saranno le conseguenze sulle bollette dei cittadini? Inoltre, vista la natura attuale di “spa” di AQP, giunge spontanea la domanda: a che punto è la proposta di Legge M5S per la ripubblicizzazione della gestione dell’acqua? Lo scorso aprile, il consigliere regionale Conca dichiarava quanto segue:
“Acquedotto Pugliese, a firma del suo Presidente Di Cagno Abbrescia, continua a negarmi la documentazione per cui ho presentato una richiesta di accesso agli atti, ovvero tutti i verbali delle adunanze del collegio sindacale dal 1° gennaio 2018 ad oggi e tutti i verbali e relazioni annuali dell’Organismo di Vigilanza ex d.lgs. 231 per gli anni 2017 e 2018. A questo punto il sospetto è che ci sia qualcosa da nascondere”. Lo dichiarava il consigliere del M5S Mario Conca, in seguito alle istanze di accesso agli atti presentate il 28 marzo e il 1° aprile scorsi, alle quali l’ente ha risposto fornendo solo due estratti dei verbali delle adunanze del collegio sindacale datati 23/01/2019 e 05/02/2019.
“Per questo – continua Conca – ho inoltrato nuovamente la richiesta perché pretendo la massima trasparenza. Ringrazio per l’invito il prossimo 3 maggio a visionare gli atti che ho chiesto in copia, ma ne chiedo nuovamente l’invio per mail, in modo da poterli prima studiare, per poi richiedere eventuali chiarimenti. Acquedotto e il cda che lo gestisce, forse dimenticano che per lo Statuto Regionale, per la legge, ma ancor più per dovere di trasparenza nei confronti dei pugliesi che pagano anche i loro emolumenti, debbano fornire ai consiglieri regionali tutti i documenti necessari al controllo della loro attività. O forse hanno mutuato il comportamento del vero Presidente di AqP, Michele Emiliano, che è maestro nel non rispondere alle interrogazioni e a fornire documenti? L’acqua è simbolo di purezza e trasparenza. Peccato non poter dire lo stesso dell’Acquedotto Pugliese” – concludeva Conca.