Paga il biglietto del treno per un migrante: “in Puglia nessuno è straniero, restiamo umani”

Restiamo umani“, nonostante tutto. – è il messaggio che sembra essere passato tra gli sguardi di chi, in quel momento era sul treno. Un gesto di solidarietà, per fare sentire che in Puglia nessuno è straniero. E’ la curiosa vicenda raccontata sui social da un giovane barese, Michele Ciavarella, il quale, attraverso un post diffuso sulla sua pagina Facebook, ripercorre un episodio avvenuto la scorsa settimana sul treno delle Ferrovie Sud Est:

“Era già sera, forse le 20.30 – ricorda Michele Ciavarella – A quell’ora tutti i bar delle stazioni sono chiusi, e le biglietterie automatiche spesso guaste o spente”. I più tecnologici riescono ad acquistare il biglietto con lo smartphone. “Alla fermata di Mungivacca, un ragazzo si avvicina allo sportello del treno. Una schiera di agenti di sicurezza fa muro, senza parlare. Una giovanissima donna, la ‘vidimatrice’, intima al ragazzo di mostrarle il biglietto – continua il racconto – Lui fa notare che non ci sono state possibilità di acquistarlo, e apre il palmo della sua mano, pieno di spiccioli, la cui somma raggiunge il costo del biglietto. Si vede che è una somma raggiunta a fatica, perché quegli spiccioli sono tantissimi, sono stati contati con cura. Il ragazzo africano prova a spiegare le sue ragioni, si agita, piange. La “vidimatrice” insiste: per salire sul treno bisogna pagare cinque euro. “E urla: ‘chiudi e partì – il racconto continua – Il ragazzo piange. Posso scorgere la tangibile traccia di una lacrima sul suo volto. In treno, qualcuno ride. Il ragazzo urla, si dispera. La vidimatrice grida di partire. Mi alzo e pago quei cinque euro”. Poi le riflessioni:

“Provo pena per tutti noi, me compreso. Il ragazzo sale. Il treno riparte. Qualcosa di noi resta fermo e morto in quel posto da cui il treno si allontana. Né io né il ragazzo ci guardiamo negli occhi per tutta la durata del viaggio”. Il treno arriva a Bari. “Sono nel sottopassaggio e sento qualcuno che tocca la mia spalla. Amico, grazie – è la gratitudine del ragazzo – Ha in mano quegli spiccioli e vuole darmeli. Quel momento, l’incontro dei nostri occhi, era un momento nostro. Quando due occhi si guardano, due mondi si incontrano. E proprio lì ho fatto caso a una cosa. La vidimatrice e le guardie di sicurezza non hanno mai guardato negli occhi quel ragazzo. Forse hanno visto solo il colore della sua pelle. Su quel treno c’era il rifiuto di farsi mondo. Ed è come se i nostri corpi, il mio e il suo, lo sapessero. Sapevamo che il nostro saluto non poteva abitare lì dentro. Che quel treno non era una casa adatta allo stringersi di due anime. Sono stato straniero anch’io, e, quando sei straniero, due occhi che ti guardano sono la tua salvezza. Io sogno un mondo in cui gli uomini tornino a guardarsi negli occhi” – ha concluso il giovane pugliese. Il post diffuso sui social:

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