“Il Mise ha preparato un emendamento al dl Semplificazioni per fermare le trivelle in attesa della definizione del Piano delle Aree. Il testo sarà in discussione nelle commissioni parlamentari e, se confermato, è un’ottima soluzione. Ma non finisce qui: lavoreremo insieme a un intervento normativo per modificare quello Sblocca Italia, voluto dal governo precedente nel 2014, che ha di fatto costituito la via privilegiata per le trivelle in questi anni e contro cui anche i comitati territoriali si battono” – lo rende noto il Ministro all’Ambiente Sergio Costa ed il Ministero attraverso un comunicato diffuso anche online.
Tale indicazione rientra pienamente nel programma del Governo del Cambiamento orientato alla decarbonizzazione, con la sostituzione di petrolio e derivati e l’utilizzo delle fonti rinnovabili per il raggiungimento della sostenibilità e dell’indipendenza del sistema energetico nazionale. “L’emendamento – ha dichiarato il Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all’Energia Davide Crippa – prevede l’introduzione del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PTESAI), strumento già in programma da tempo, e la rideterminazione di alcuni canoni concessori.
Il Piano andrà definito e pienamente condiviso con Regioni, Province ed Enti Locali e individuerà le aree idonee alla pianificazione e allo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale e quelle non idonee a tali attività. Questo per assicurare la piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica del territorio nazionale e per accompagnare la transizione del sistema energetico nazionale alla decarbonizzazione.
“Inoltre – ha aggiunto Crippa – “l’emendamento prevede, a tutela di tutte le parti in causa che, fino all’approvazione del PTESAI, con un termine massimo di tre anni, saranno sospesi i permessi di prospezione e di ricerca già rilasciati, nonché i procedimenti per il rilascio di nuovi permessi di prospezione o di ricerca o di coltivazione di idrocarburi. Grazie a tale moratoria, sarà impedito il rilascio di circa 36 titoli attualmente pendenti compresi i tre permessi rilasciati nel mar Ionio. L’emendamento verrà discusso nei prossimi giorni in Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavori Pubblici, Comunicazioni”.
No Triv: “attenzione, multinazionali potrebbero fare ricorso” –“Il 9 Gennaio, il Mise ha reso pubblico un comunicato con cui si preannuncia l’imminente discussione nelle Commissioni riunite Affari Costituzionali, Lavori Pubblici, Comunicazioni, del testo di un emendamento “blocca –trivelle” al Decreto Semplificazione. Dell’emendamento non è stato reso disponibile il testo ( definito “blindatissimo” da fonti giornalistiche ); sicché sarà possibile esprimere una valutazione compiuta solo quando lo stesso sarà di pubblico dominio nella sua formulazione ultima. Stando alla lettera del comunicato diramato dal Mise, un emendamento così congegnato potrebbe correre il rischio di avere vita corta. Preliminarmente, facciamo presente che le attività upstream non rivestono più carattere strategico, di urgenza e indifferibilità, da tre anni a questa parte; esattamente da quando, nel Dicembre 2015, il Parlamento inserì una norma ad hoc nella Legge di Stabilità 2016, recependo il contenuto di uno dei sei quesiti No Triv depositati in Cassazione.
L’aspetto concernente la pubblica utilità non fu preso in considerazione, allora, perché a rischio di censura da parte della Corte Costituzionale. ll PTESAI si rifà concettualmente a quel Piano delle Aree abrogato dalla Legge di Stabilità 2016 per eludere uno dei sei quesiti referendari No Triv, in seguito rilanciato, sempre da No Triv, a più riprese e, in ultimo, insieme al “Pacchetto Volontà” e ad una nota indirizzata nei giorni scorsi al Ministro dell’Ambiente. Il Piano è stato anche oggetto di ben quattro disegni di legge presentati nel corso della precedente legislatura.
Se ben articolato nel metodo e nei contenuti, si tratta di uno strumento utile e necessario nell’ottica della regolamentazione di un settore ad elevata impronta ecologica. TUTTAVIA, come dichiarato dal Sottosegretario Crippa, “l’emendamento prevede ….. che, fino all’approvazione del PTESAI, con un termine massimo di tre anni, saranno sospesi i permessi di prospezione e di ricerca già rilasciati, nonché i procedimenti per il rilascio di nuovi permessi di prospezione o di ricerca o di coltivazione di idrocarburi. Grazie a tale moratoria, sarà impedito il rilascio di circa 36 titoli attualmente pendenti compresi i tre permessi rilasciati nel mar Ionio“.
Questo passaggio è quello che presenta forti criticità, prestando fin troppo facilmente il fianco al rischio di possibili contromisure delle compagnie Oil&Gas. Sul punto è bene chiarire subito che un conto è sospendere i procedimenti in corso -divenuti 36 contro i 40 del Sottosegretario Crippa di qualche giorno fa – fino all’approvazione del Piano; mentre tutt’altra cosa è sospendere e poi revocare, sulla base dello stesso Piano, i permessi di prospezione e ricerca già rilasciati, compresi i tre di Global Med nello Ionio.
Il primo provvedimento di revoca di un permesso già rilasciato che il Mise dovesse adottare sulla base di questa norma, verrebbe immediatamente impugnato dinanzi al Tar dalla società che ne detiene la titolarità. La norma “blocca trivelle“, posta al vaglio della Corte Costituzionale, finirebbe per essere dichiarata illegittima con tutte le conseguenze del caso” – concludono i No Triv.
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