“Con la legge finanziaria avrebbero potuto fermare le ricerche in tutta Italia” – accusano dal centrosinistra, mentre dal Governo si difendono: “concessioni approvate nel 2017, ben prima della formazione del governo Lega-M5S“. Il ministro dell’Ambiente risponde dopo gli attacchi sui nuovi permessi per le ricerche petrolifere. La Regione: “Pronti a fare ricorso“. Dopo anni da un referendum sulle trivelle (che terminò con un nulla di fatto a causa della mancanza del raggiungimento del quorum necessario) e dopo anni dalla campagna di sensibilizzazione dei No Triv, il governo guidato anche da esponenti del Movimento 5 Stelle (in campagna elettorale dichiarati contrari alle ispezioni e alle estrazioni petroliere in acque italiane) si vede ora passare sotto il naso le concessioni, anche se il Ministro Sergio Costa ha annunciato il tentativo di bloccare altre 40 concessioni future. A sollevare il caso delle approvazioni delle concessioni nello Jonio è l’esponente dei Verdi Angelo Bonelli.
Emiliano: “Faremo ricorso” – “Impugneremo le nuove autorizzazioni rilasciate dal Mise a cercare idrocarburi nel Mar Ionio. Ci siamo sempre battuti in difesa del nostro mare, e continueremo a farlo” lo dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano nell’apprendere dagli organi di stampa del via libera alle trivelle dato dal Ministero dello Sviluppo Economico nel mar Ionio; e in particolare della pubblicazione, il 31 dicembre 2018 sul BUIG (bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle geo risorse) di tre nuovi permessi (F.R43-44-45.GM) di ricerca petrolifera su una superficie complessiva di 2200 km/q a favore della società americana Global MED LLC, con sede legale in Colorado, Usa.
“La battaglia contro le trivellazioni nei mari pugliesi continua. Di Maio e Costa come Renzi e Calenda. Con la differenza che almeno Renzi e Calenda erano dichiaratamente a favore delle trivellazioni, mentre Di Maio e Costa hanno tradito ancora una volta quanto dichiarato in campagna elettorale. Avrebbero potuto nel programma di governo e quindi nella legge finanziaria bloccare tutte le ricerche petrolifere in Italia, come avevano sempre detto di voler fare. La mia solidarietà affettuosa a tutti i militanti del Movimento 5 Stelle della Puglia che purtroppo avevano creduto alle affermazioni su Ilva, Tap, trivellazioni e su tante altre cose che si stanno svelando speranze deluse per sempre. La Regione Puglia non farà un diverso trattamento al Governo Conte rispetto ai governi precedenti, non siamo persone che fanno due pesi e due misure a seconda delle convenienze. La Regione Puglia difenderà il suo mare in ogni sede e con tutti i mezzi disponibili” – ha concluso il Presidente della Regione Puglia.
Il Ministro all’Ambiente Sergio Costa si difende “mai firmato per trivelle” – “Da quando sono Ministro non ho mai firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò. Non sono diventato Ministro dell’Ambiente per riportare l’Italia al Medioevo economico e ambientale. Anche se arrivasse un parere positivo della Commissione Via, non sarebbe automaticamente una autorizzazione. Voglio che sia chiaro. I permessi rilasciati in questi giorni dal Mise sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sí dato dal ministero dell’Ambiente del precedente governo, cioè di quella cosiddetta sinistra “amica dell’ambiente”. Noi siamo il governo del cambiamento e siamo uniti nei nostri obiettivi. Siamo e resteremo contro le trivelle. Quello che potevamo bloccare abbiamo bloccato. E lavoreremo insieme per inserire nel dl Semplificazioni una norma per bloccare i 40 permessi pendenti come ha proposto il Mise. Siamo per un’economia differente, per la tutela dei territori e per il loro ascolto. Anche per questo incontrerò personalmente i comitati Notriv di tutta Italia. Per lavorare insieme a norme partecipate, inclusive e che portino la soluzione che tutti aspettiamo da anni” – si legge in un post diffuso dal Ministro sui social.
Critiche al governo da parte dei No Triv – “Per ben sei mesi il Governo non ha autorizzato alcuna ricerca petrolifera né alcuna (nuova) attività estrattiva. Ora ha ceduto. Il bello è che tutto ciò che si opponeva ai governi precedenti è riproposto dal governo attualmente in carica: il fatto che sia autorizzata la ricerca con l’Airgun (quando con una sua proposta il M5S avrebbe voluto che l’utilizzo di tale tecnica fosse reato); il fatto che siano prorogati titoli già scaduti (quando il governo Monti e il governo Renzi furono aspramente criticati proprio per questo); il fatto che il limite dei 750 kmq previsti dalla legge sia, nei fatti, aggirato dal momento in cui si accordano ad una stessa multinazionale due permessi contigui, ciascuno dei quali non è superiore ai 750 kmq (ma la somma fa quasi 1.500 kmq). E non si venga ora a dire che la responsabilità è dei governi precedenti: in sei mesi non è stata presentata alcuna proposta di legge in Parlamento (né il Governo ha adottato in proposito un decreto-legge). L’unica proposta presentata si è concretizzata in un emendamento alla legge di stabilità – dichiarato poi inammissibile – con il quale si sarebbe voluto abrogare una previsione legislativa dello Sblocca Italia…già abrogato nel 2016! Sarebbe questo il cambiamento?” – si legge in un post diffuso sui social. Video del Tgr Puglia:
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