Avevamo parlato di cubomeduse la scorsa settimana, quando un articolo che raggruppava una segnalazione riportava il rinvenimento di alcuni di questi esemplari. Tuttavia, il loro veleno non sarebbe poi così tanto pericoloso.
Opinioni discordanti sull’utilizzo del’aceto sulla zona colpita dalla puntura: per alcuni non andrebbe usato mentre il Dott. Paolo Sciaresa, (laureato in Scienze Biologiche all’università degli studi di Milano) ricorda il suo potenziale positivo. Nelle ultume ore, il dott. Sciaresa ha voluto inviare alcune precisazioni che riportiamo qui di seguito:
“Innanzitutto la C. marsupialis è una medusa (per la precisione un cubozoo) abbastanza comune nei nostri mari. Tendenzialmente è più pericolosa e dolorosa di altre meduse ma non mortale e nuota verso la superficie soprattutto di notte. È vero che si tratta di un animale tossico ma non vorrei che si creasse una psicosi in seguito alla terribile morte della bimba italiana nelle Filippine. In quei mari vivono parecchie specie di meduse altamente tossiche: primi report giunti parlavano di contatto con Chironex fleckeri, che sarebbe l’animale (non solo la medusa) più velenoso del pianeta. Poi alcuni hanno rettificato tirando in ballo uno shock anafilattico derivante da una allergia. Tenete conto però che la C. fleckeri è presente solo nei mesi estivi dei mari del sud, quindi quando qui in Italia è inverno”.
“Il fatto che i cubozoa siano attratti dalla luce non deve meravigliare: sono meduse uniche nel loro genere, dotate di veri e propri “occhi” formati da cornee e lenti, chiamati ropali. Essi consentono alla medusa di avere una visione a 360 gradi del mondo che le circonda e soprattutto di seguire la luce ed evitare ostacoli sul loro percorso. Ho osservato personalmeNte nel porto di Siracusa un gruppo di C. marsupialis nuotare intorno a un faretto sommerso, mentre cacciavano attivamente dei pesciolini. Sì, perché a differenza delle meduse più famose (gli scifozoi) che tendenzialmente si fanno trasportare dalle correnti, i cubozoi nuotano e cacciano attivamente scegliendo la direzione in cui nuotare”.
“Un altro punto da chiarire: personalmente, quando vengo punto da una medusa, a meno che non abbia seri sfoghi cutanei o tentacoli attaccati, lascio tutto com’è. In caso di contatto coi cubozoi invece l’aceto è un’ottima soluzione. Infatti essi possiedono un veleno e degli cnidociti (organi urticanti) differenti rispetto agli scifozoi, che possono essere bloccati dall’aceto. In Australia tutte le spiagge a rischio Chironex fleckeri sono attrezzate con bottiglioni di aceto, un vero salvavita che può cambiare la prognosi, da morte certa a terapia intensiva per qualche tempo. Tenete conto che la Chironex fleckeri australiana, filippina e giapponese è così velenosa da uccidere un pesce istantaneamente (1/2 secondo) solo con un tocco. Per un essere umano adulto l’arresto cardiaco avviene in 3-6 minuti, a meno che non venga applicato l’aceto o iniettato un antidoto. Secondo stime, senza intervento si muore sicuramente nel 50% dei casi, % che può salire. Nel vostro articolo prima consigliate di non fare impacchi con aceto, poi dite che l’aceto è lenitivo. Siate coerenti per favore. Un mio collega australiano ha detto che un morso di cobra è una passeggiata in confronto al tocco di una Chironex” – conclude il dott. Sciaresa.
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