Bari – “A Sant’Anna nel nostro garage…purtroppo dalla sterpaglia incolta nel secondo comparto si corre il rischio di fare brutti incontri. Temiamo per i bimbi che giocano in giro…la prego sig sindaco… Ci aiuti….” – è il messaggio di una cittadina barese pubblicato sulla sezione “community” della Pagina Facebook del Sindaco Antonio Decaro. Nella foto diffusa è possibile notare un serpente che, almeno apparentemente, ricorda quelli predatori e velenosi. Tanto quanto pasta per far intimorire i cittadini, impauriti dall’idea di poter lasciare i loro bambini in giro con il timore di incontri ravvicinati pericolosi. Osservando il colore dell’animale e la disposizione delle macchie, però, abbiamo ipotizzato che l’esemplare ucciso possa essere un esemplare di “colubro leopardino” (Zamenis situla), una specie poco aggressiva che non morde mai o raramente e che non risulta pericolosa per l’uomo. La sua difesa è la fuga, se messo alle strette raramente reagisce. Questo serpente a causa dei suoi sgargianti colori viene confuso con la vipera (che in realtà, presenta una livrea completamente diversa).
I maschi possono essere lunghi fino a circa 100 cm, ma raramente superano gli 80. Le femmine raggiungono lunghezze maggiori (fino a 120 cm:). È un serpente dalla corporatura slanciata e dal disegno difficilmente confondibile con altre specie europee. Il capo è stretto e slanciato, l’occhio è di medie dimensioni, con pupilla rotonda e iride arancio. Il disegno caratteristico della specie consiste in una fila di macchie da marrone a rosso bordate di nero sul dorso e una (o, più raramente, due) fila di macchie scure sui fianchi. Gli adulti si nutrono di piccoli topi di campagna o arvicole campestri, più raramente lucertole. Gli esemplari più giovani propendono per queste ultime. Comprendiamo le paure dei cittadini, tuttavia questi animali, a livello di pericolosità, potrebbero esere equiparabili alle lucertole e comunque rappresentano la biodiversità del territorio, offrendo anche il loro contributo per la caccia al topo, a volte ben più pericoloso per l’uomo rispetto a questi rettili autoctoni. Questa specie di serpente è infatti comunemente presente nella Puglia centromeridionale a sud dell’Ofanto, marginalmente in Basilicata orientale, Calabria e Sicilia sud-orientale. Inoltre può essere rinvenuto in Grecia comprese le isole, in Turchia, Bulgaria, Macedonia, Albania, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina, Croazia e Malta.
Come riporta una fonte esterna, è difficile osservarlo, infatti si mimetizza con molta facilità nei campi di grano o tra l’erba alta. Molto schivo e timido, si rifugia nei muretti a secco o tra la vegetazione se gli si presenta una minaccia. Anche questo serpente ama i pollai, dove si nutre di uova. E’ ghiottissimo di topi e di piccoli di ratto: scova il nido e divora i neonati. Chiamato “sacara” similmente ai cervoni. Sfrutta il mimetismo fanerico (o di ostentazione), una colorazione vistosa simile a quella dei serpenti velenosi che funge da avvertimento contro possibili predatori e che è la causa dell’uccisione da parte dell’uomo. Il colubro leopardino sfrutta anche il mimetismo criptico (da krypto=nascondere). Le strisce sul dorso del fenotipo “striped” rendono il serpente indistinguibile tra gli steli di erba secca. Gli individui a macchie rosse invece potrebbero richiamare le comuni macchiettature rosse delle rocce salentine pigmentate dal diffusissimo lichene epi-litico (“sopra – la pietra”), nello specifico Caloplaca aurantia. I residenti, qualora ci fossero ulteriori segnalazioni, sono invitati a segnalare la presenza di questi animali ai Vigili del Fuoco, Polizia Municipale o ad associazioni attrezzate per la cattura ed il trasporto in aree naturali. Ricordiamo ancora una volta che scrivendo un messaggio al numero 353 3187906 è possibile effettuare segnalazioni e partecipare al gruppo Whatsapp per seguire tutte le news in tempo reale oppure iscrivendosi al gruppo Telegram cliccando qui o anche iscrivendosi al gruppo Facebook cliccando qui. E’ anche possibile inviare immagini ed osservazioni all’indirizzo redazione@pugliareporter.com. Il serpente ucciso a Sant’Anna: