Xylella, Coldiretti e Copagri favorevoli agli abbattimenti: “danni da 10 milioni e il batterio e alle porte di Bari”

Mentre in altre zone della Puglia alcuni cittadini manifestano contro il Decreto Martina, da alcune associazioni di categoria giungono messaggi favorevoli agli interventi, alludendo all’urgenza che la questione xylella sta causando:

“Con 1 miliardo di euro di danni e 10 milioni di piante infette stimate e il diffondersi veloce della malattia che dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente alle porte della provincia di Bari, era ampiamente preannunciata la scure di Bruxelles che passa dalle parole ai fatti contro l’Italia per i ritardi nella gestione della Xylella. In 5 anni si sono susseguiti errori, incertezze e scaricabarile con effetti disastrosi sull’ambiente, sull’economia e sull’occupazione”. E’ il commento del Presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele, alla notizia del deferimento della Commissione europea alla Corte di giustizia Ue per non aver applicato le misure Ue, tra cui l’abbattimento delle piante malate per arrestare la diffusione della malattia. “La zona di contenimento si è allargata pericolosamente a nord – aggiunge il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – e il fronte della malattia è molto ampio, le ‘eradicazioni chirurgiche’ vanno attuate senza se e senza ma, perché come diciamo ormai da 5 anni attirandoci gli strali di pochi irresponsabili, se fossero stati eradicati pochi alberi nel 2014, oggi la situazione non sarebbe così drammatica”. I monitoraggi – denuncia Coldiretti Puglia – con oltre 200.000 campioni analizzati testimoniano che in due anni si è passati da 893 a 3045 piante infette rilevate nelle aree cuscinetto e contenimento, quelle dove la presenza del batterio è ancora limitata.

Il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti, aggiunge senza remore che “sul tema Xylella la Puglia ha bisogno di trovare compattezza isolare senza tentennamenti chi rema contro e chi incita a non rispettare le leggi e i decreti, fare comunicazione corretta per ripristinare un senso di responsabilità diffuso, rispettare l’autorevolezza del mondo della ricerca, utilizzare al meglio le poche risorse disponibili per gli agricoltori, chiedere al nuovo Governo di programmare i fondi per la calamità, far capire definitivamente alla UE che la nostra regione è la frontiera nella quale investire diventa utile e necessario per evitare il tracollo di molta parte della economia agricola continentale”. E intanto, vanno attuate le buone pratiche agricole – dice Coldiretti Puglia – in modo da contrastare l’insetto vettore, la sputacchina. “Se le attività non saranno svolte con convinzione e al centimetro da tutti, l’avanzamento è certo, abbiamo 4 anni di esperienza e di prove scientifiche. In caso di inadempienza, le multe devono essere comminate a tutti, anche agli enti pubblici, a partire dai Comuni e dal Demanio, che devono immediatamente garantire pulizia di fossi, canali e buone pratiche nelle aree pubbliche e demaniali”, conclude Corsetti.

COPAGRI PUGLIA: XYLELLA, DOPO DEFERIMENTO AVANTI CON ERADICAZIONE – “Il pericoloso batterio è ormai arrivato alle porte di Bari”

 “Dopo il deferimento dell’Italia alla Corte di giustizia dell’Unione Europea da parte dell’esecutivo comunitario, per non aver pienamente applicato le misure previste dall’Ue per impedire la diffusione della Xylella fastidiosa, serve maggiore chiarezza da parte delle istituzioni”: lo chiedono il presidente della Copagri Puglia Tommaso Battista e il direttore Alfonso Guerra, ricordando che il pericoloso batterio è ormai arrivato alle porte di Bari e invitano pertanto gli enti preposti a “procedere immediatamente e a far applicare quanto prescritto dall’UE, senza ulteriori indugi”.

 “Sollecitiamo inoltre tutti i nostri associati ad attenersi alle disposizioni fornite, soprattutto quelle riguardanti i prodotti da utilizzare senza produrre danni all’ambiente”, aggiungono, ricordando che “dopo la pubblicazione del decreto del Ministero delle politiche agricole del 6 aprile, con il quale è scattato l’obbligo per le aziende agricole situate nelle zone delimitate di effettuare arature e trattamenti fitosanitari, sono emerse numerose posizioni diversificate tra loro, tra le quali l’approvazione da parte di alcuni sindaci di ordinanze con le quali si prescrive il divieto di effettuare tali trattamenti”, osservano i dirigenti regionali della Copagri, ad avviso dei quali “ancora una volta sulla vicenda Xylella si fa una grande confusione”.

 “A distanza di quattro anni tutti concordano sul fatto di dover procedere alla eradicazione delle piante infette”, fanno notare Battista e Guerra, osservando che “le arature per eliminare le larve dei vettori non sono dannose, così come le buone pratiche agronomiche. I fitofarmaci da utilizzare sono 5, di cui uno solo ha effetto sulle api. Tre prodotti, tra gli altri, sono utilizzabili per il biologico e tutti sono stati autorizzati dal Ministero della sanità”.