Etichetta italiana, carico proveniente dalla Grecia, stipato a bordo di un camion con targa bulgara. Inutile dirlo: per i militari presenti nel porto di Brindisi, è scattato l’allarme a tutela del “made in Italy“. I finanzieri del Gruppo della Guardia di Finanza di Brindisi, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, dopo i controlli, hanno sequestrato 23.000 litri di olio di semi di girasole.
Un destino diverso invece per più di 21.000 chili di uova non certificate, provenienti dalla Bulgaria: erano destinate ad un’azienda pugliese, sono state rispedite al mittente. Il tir con a bordo l’olio era diretto in provincia di Cosenza. Sulle etichette il tricolore era riprodotto due volte in fasce orizzontali. Il secondo carico invece è stato bloccato perché le uova erano prive della “stampigliatura” idonea ad indicarne sia l’origine o provenienza che la qualità igienico sanitaria per tutelare la sicurezza alimentare dei consumatori.
Il tutto avviene mentre molto, troppo spesso, i nostri produttori, anche qualora producano uova biologiche da galline “felici” allevate a terra, questi sono costretti a subire tasse, furti e spesso anche eccessiva burocrazia. Come avevamo già scritto in un precedente articolo sul ritrovamento e sequestro di vini spacciati per italiani giunti sempre nel porto di Brindisi, quella effettuata si tratta di un’ottima azione delle forze dell’ordine per contrastare il commercio di frode al dettaglio che oltre tutto penalizza anche gli imprenditori vinicoli e i viticoltori italiani. Alla faccia del TTIP, del CETA e di tutti gli altri trattati transoceanici che porterebbero inevitabilmente ancora più danni, sarebbe dunque opportuno che la politica italiana, fresca di elezioni, possa promuovere l’intensificazione di queste attività di controllo in difesa dei nostri prodotti, anche con misure più severe finalizzate alla promozione del territorio e dei suoi prodotti.
“Mentre noi produttori pugliesi siamo tartassati e spesso penalizzati, da altre nazioni giungono prodotti palesemente contraffatti a discapito di questa nazione e del comparto agricolo. Non bastava l’olio tunisino detassato, un’insolita emergenza xylella, il prezzo al ribasso dei nostri prodotti. Se il governo non riesce ad accordarsi con un’Unione Europea sorda e accondiscendente nei riguardi di chi truffa il mercato, sarebbe forse opportuno considerare di ridiscutere come minimo i trattati europei se non addirittura uscirne. Non possiamo aderire ad un sistema assolutamente consumistico e capitalistico basando unicamente su tasse e soldi a scapito della qualità ispirato da logiche alle quali noi pugliesi non facciamo parte” – ci scrivono alcuni agricoltori (a tal proposito, ricordiamo inoltre che scrivendo un messaggio al numero 353 3187906 è possibile effettuare segnalazioni e partecipare al gruppo Whatsapp per seguire tutte le news in tempo reale oppure iscrivendosi al gruppo Telegram cliccando qui o anche iscrivendosi al gruppo Facebook cliccando qui). E’ anche possibile inviare segnalazioni con foto e/o video all’indirizzo email redazione@pugliareporter.com.