In seguito a indagini effettuate dalla Digos, coordinate dal procuratore distrettuale di Bari e dell’Antiterrorismo, è stato bloccato a Bari dalla polizia un foreign fighter ceceno di 38 anni che avrebbe fatto parte del commando di jihadisti aderenti al gruppo terroristico ‘Emirato del Caucaso’ che diede l’assalto in Cecenia, alla ‘Casa della Stampa’ di Grozny la notte tra il 3 e il 4 dicembre del 2014, in cui morirono 19 persone e inoltre nel 2014 e 2015 avrebbe combattuto in Siria tra le file dell’Isis.
I reati ipotizzati nei confronti del ceceno dal gip del tribunale di Foggia, sono associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a commettere ad altri delitti. Infatti avrebbe indottrinato due fratelli albanesi di 26 e 23 anni, residenti a Potenza, e una donna russa di 49 che viveva a Napoli alla quale aveva fatto una vera e propria attività di istigazione al martirio, spingendola a compiere attacchi suicidi con l’esplosivo. All’operazione hanno partecipato, oltre alla Digos di Bari, anche quella di Napoli, Foggia e Potenza.
In data 5 luglio 2017 è stata data esecuzione al provvedimento di fermo di delitto per i reati di cui agli artt. 270 bis e 302 C.P nei confronti del cittadino ceceno BOMBATALIEV Eli di anni 38, emesso dal Procuratore Distrettuale, nell’ambito del procedimento penale nr. 12855/16 Mod. 21 della Procura Distrettuale di Bari, per la prevenzione e contrasto del fenomeno dei foreign fighters ceceni dell’ISIS, in transito in Italia ed in collegamento con terroristi in Siria ed in altri stati dell’Unione Europea, oltre che con filiere jihadiste caucasiche. Video diffuso dalle forze dell’ordine:
Le indagini, coordinate dalla DDA di Bari, sono state effettuate dalla DIGOS di Bari, con il supporto del GICO GDF Bari per quanto riguarda gli aspetti legati al finanziamento del terrorismo.
Dall’attività investigativa è emerso il verosimile coinvolgimento del BOMBATALIEV nell’assalto, avvenuto a Grozny (Cecenia) nella notte tra il 3 e il 4 dicembre 2014, alla “casa della stampa”, sede delle principali emittenti locali, e ad una scuolada parte di un commando composto da jihadisti aderenti alla formazione terroristica “Emirato del Caucaso”, dove persero la vita 19 persone. Inoltre, è emersa la militanza dell’indagato in gruppi combattenti in Siria nelle fila dell’ISIStra il 2014 ed il 2015.
Un significativo contributo informativo è stato acquisito nell’ambito di una collaborazione internazionale con il Belgio, in quanto il BOMBATALIEV (soggetto all’attenzione anche dell’AISI)era inserito in una rete di reclutatori e combattenti ceceni dell’ISIS attivi in quello Stato e soggetto segnalato dall’AISI.
Contestualmente all’esecuzione del provvedimento cautelare, sono state effettuate nr. 3 espulsioni per motivi di sicurezza nazionale – alla luce della normativa antiterrorismo del 2015 – di due fratelli albanesi M. O. di anni 26 e M. L. di anni 23 (in regola sul territorio nazionale) e di una donna russaK. M. di anni 49 (irregolare sul territorio nazionale), rispettivamente stanziati a Potenza e Napoli.
I soggetti espulsi sono stati tutti destinatari dell’attività di indottrinamento del Bombataliev, nel caso della donna, di vera e propria istigazione al martirio mediante il compimento di attacchi suicidi con esplosivo.
Alle fasi esecutive dell’operazione hanno partecipato anche le DIGOS Napoli, Foggia e Potenza, sotto il coordinamento dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.
Il dettaglio emerge da alcune intercettazioni telefoniche, l’ultima captata è del 29 giugno scorso, in cui l’uomo dice di essere in attesa del permesso di soggiorno per poi andare via.
Il gip del Tribunale di Foggia, ieri, dopo aver convalidato il fermo, ha applicato nei confronti del ceceno la misura della custodia cautelare in carcere.
L’inchiesta ‘Caucaso Connection’ è partita nel marzo scorso dopo il fermo, disposto sempre dalla Dda di Bari, di un tunisinoaccusato di apologia di terrorismo.